La soluzione è nell'immondizia..
Un ingegnere genovese di 63 anni, insieme con una biologa statunitense di 71, ha liberato il mondo dalla schiavitù del petrolio e dalla morsa dell’inquinamento per i secoli a venire. Luciano Patorno e Nancy Ho sono riusciti a rimpiazzare la benzina con l’etanolo ricavato dai rifiuti urbani. Un giacimento inesauribile. Lo so, detta così può ricordare la più impraticabile delle trovate: mettere in moto l’automobile dopo aver fatto pipì nel serbatoio. Ma questa non è una barzelletta.
In Canada già funziona una bioraffineria «made in Italy» che produce il carburante e lo vende alla Shell. E85 è il nome alla pompa del nuovo oro verde: 85% di etanolo, 15% di benzina. Una miscela, per il momento. Con un piccolo ritocco ai motori domani potrà essere utilizzato al 100%, essendo un alcol etilico concentrato pressoché anidro, cioè privo d’acqua.
L’etanolo (bioetanolo, per l’esattezza) che la professoressa Ho, docente universitaria di origine cinese immigrata da molti anni negli Usa, è stata in grado di fabbricare su larga scala grazie all’impianto creato dall’ingegner Patorno, imprenditore trasferitosi dalla Liguria a Modena, ha qualche altra caratteristica talmente unica da farlo sembrare un inaspettato dono del cielo all’umanità giunta sull’orlo del baratro: «Può alimentare da subito i propulsori Flex fuel montati su numerosi modelli di vetture. Non affama il Terzo mondo e non fa aumentare i prezzi del pane, della pasta, del latte, della carne perché non fagocita le coltivazioni di cereali destinate all’alimentazione umana e animale, anzi non le intacca minimamente, e di conseguenza non dissipa le già limitate risorse d’acqua del pianeta. Presenta un contenuto netto di energia tre volte più alto dell’etanolo tradizionale. Elimina il 70-75% del peggiore dei gas serra, l’anidride carbonica, principale responsabile dell’innalzamento delle temperature. Abbatte del 5-10% le emissioni di ossidi d’azoto e di zolfo. È privo di metalli pesanti. Azzera i particolati, meglio noti come polveri sottili. È totalmente biodegradabile. Libera il globo da larga parte dell’immondizia. E, ultimo ma non ultimo, ha un prezzo alla produzione di 0,30 euro il litro, 580 lire, esattamente come la benzina verde. Mentre l’etanolo distillato dal mais o dalla canna da zucchero costa il doppio».
Guardatevi intorno, o scoperchiate la pattumiera: tutta roba buona per far marciare la vostra auto. Giornali, riviste, involucri per alimenti, fogli di carta, corrispondenza, cartoncini, cartoni, opuscoli. E poi la lolla del riso e del frumento, i cartocci delle pannocchie, le bagasse della canna da zucchero, gli steli del mais, i residui e le eccedenze di coltivazioni agricole, il legno, la segatura, l’erba, le ramaglie, i rifiuti industriali delle cartiere. Insomma Patorno tramuta in carburante per autotrazione tutto ciò che contiene cellulosa.
THOR TRASFORMA I RIFIUTI IN CARBURANTE:
Inutile commentare l’immane tragedia (il termine forte in questo caso è d’obbligo) che sta avvenendo a Napoli e dintorni in questi giorni, dove migliaia di tonnellate di rifiuti istituzioni stanno letteralmente inghiottendo la città. Come si sia arrivati a questa situazione è ormai tristemente noto, colpa delle, dicono in molti, della “camorra” o meglio del “sistema”, direbbero altri, quello che è certo è che la mancata attuazione (parziale o totale) delle varie normative in materia, prima fra tutte la “famigerata” raccolta differenziata, non aiuta di certo a migliorare lo stato delle cose. Certo, la situazione della Campania è di sicuro la più esasperata, ma anche qui si potrebbero ottenere dei buoni risultati attraverso l’impiego dell’ultimo progetto elaborato da Cnr in collaborazione con Assing spa, chiamato progetto Thor (acronimo di Total House Waste Recycling, ovvero riciclaggio completo dei rifiuti domestici) attraverso cui è possibile recuperare i rifiuti e trasformarli in materiali riutilizzabili e in combustibile, e tutto questo senza la necessità di una preventiva raccolta differenziata. Il primo impianto in funzione è quello in Sicilia, che è in grado di trasformare fino a otto tonnellate di rifiuti all’ora. Attraverso un processo di raffinazione meccanica dei rifiuti il meccanismo è in grado di separare le componenti utili dalle sostanze dannose o inservibili.L’impianto, infatti, riduce i rifiuti a dimensioni di circa dieci millesimi di millimetro, ottenendo come risultante un materiale omogeneo purificato dalle sostanze nocive e da quelle di contenuto calorifico. Quest’ultime in seguito potranno essere utilizzate come combustibile, che, come spiega l’inventore di Thor, Paolo Plescia, potrà essere usato con qualunque sistema termico, compresi i motori a biodiesel, le caldaie a vapore e i sistemi di riscaldamento centralizzati..Il prodotto può essere usato alternativamente usato come combustibile solido oppure come bio-olio per motori diesel. Ma una delle caratteristiche più interessanti deve ancora essere descritta: l’impianto è completamente autonomo, ovvero funziona utilizzando l’energia che esso stesso produce, cedendo all’esterno quella prodotta ma non usata. Inoltre esso è completamente meccanico e non termico, quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, evitando quindi lo stoccaggio dei rifiuti ( con i conseguenti odori ovviamente non piacevoli..) L’ultima caratteristica degna di nota infine è che l’impianto è mobile, ed è quindi possibile trasportarlo in zone di emergenza dove è necessario trattare i rifiuti in modo rapido ed il tutto ad un costo contenuto: infatti un impianto medio che trasforma circa 4 tonnellate di rifiuti all’ora costa in media 2milioni di euro. Inoltre Plescia sottolinea che lo stesso tipo di impianto presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale. Il risparmio balza subito all’occhio, dato che la stessa quantità di materiale richiederebbe un costo di circa 100 euro in una discarica, e di 250 in un inceneritore. Che dire di altro? Speriamo solo che una volta risolta l'emergenza non si dimentichi il “problema rifiuti” in campania, ma ci si applichi per una soluzione definitiva che, magari, tenga conto anche di proposte innovative ai soliti termovalizzatori. come questo inedito progetto italiano.
Fonti: http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=206400
http://www.blogrisparmio.it/biocarburanti/thor-trasforma-i-rifiuti-in-carburante.html
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